La rottamazione quinquies è la nuova misura che consente di regolarizzare i debiti con il fisco in modo agevolato. Riguarda le cartelle affidate all’Agenzia delle Entrate-Riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023: restano quindi escluse le cartelle successive a questa data, mentre la precedente rottamazione quater si fermava al 30 giugno 2022.
Rientrano nella sanatoria:
- le tasse dichiarate ma non pagate (come Irpef, Iva, Ires);
- i contributi previdenziali non versati all’Inps, salvo i casi in cui sia stato emesso un accertamento;
- i tributi locali, come Imu, Tari e multe, purché siano stati affidati alla riscossione.
Possono beneficiare della rottamazione quinquies i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi ma non hanno versato quanto dovuto.
Sono invece esclusi:
- chi non ha mai presentato la dichiarazione dei redditi;
- chi sta già pagando le rate della rottamazione quater;
- chi è stato soggetto ad accertamento fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Cosa si paga e come funziona il piano rateale
Chi aderisce alla rottamazione quinquies dovrà versare solo il capitale, cioè le imposte non pagate, oltre a:
- le spese di notifica,
- e i costi delle procedure esecutive.
Non si pagano invece:
- interessi di mora,
- sanzioni,
- aggio di riscossione.
Ricorda il pagamento potrà avvenire in un’unica soluzione, oppure a rate, fino a 54 rate bimestrali (cioè in 9 anni), tutte di importo uguale. Non è prevista una rata minima.
Le scadenze principali sono:
- 30 aprile 2026 per la presentazione della domanda;
- 31 luglio 2026 per il pagamento della prima rata.